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Vacanza In Romania - Giovanni Pili

Un Viaggio Nella Magica Romania

Una vacanza on the road per raggiungere la Romania. Giovanni Pili, della Sezione di Como, ha 40 anni e lavora come sviluppatore di software. Conosciuto da tutti come “Jimmy”, la sua vita è cambiata intorno ai 16 anni, da quando è su una sedia a rotelle. Sensibile, altruista ed empatico, Jimmy nel corso degli anni non si è fatto fermare dalla malattia ma ha continuato a inseguire interessi e passioni come il calcio, gli scacchi e i viaggi.

Nei suoi sogni anche la Romania, una meta affascinante, ricca di città medievali con castelli e fortezze, chiese in legno e monasteri dipinti e città nascoste tra le colline. La scelta di Giovanni è stata quella di trascorrere delle vacanze all’insegna di piacevoli scoperte come l’enogastronomia locale, i paesaggi caratteristici che divengono un ponte tra il mondo occidentale e quello orientale.

Come hai vissuto questa vacanza?

«Sono stati giorni super! Raggiungere la Romania in macchina con i miei genitori è stata un’esperienza straordinaria. Ho avuto il tempo di godermi il viaggio, assaporando i magnifici paesaggi e contemplando tutto ciò che ci circonda».

Come hai organizzato questi giorni?

«Ho programmato il viaggio grazie alle informazioni trovate online e alle cartine geografiche (la carta è sempre la carta). Inoltre mi sono munito di tanta pazienza e della voglia di andare in vacanza».

Com’è la situazione barriere architettoniche in Romania?

«Paese che vai barriere che trovi… Ad essere sinceri dove ho soggiornato per più tempo, Lași, ho notato una particolare attenzione all’accessibilità, compresi i bagni pubblici».

Cosa significa per te accessibilità?

«Secondo me accessibilità significa camminare a testa alta senza paura di inciampare».

Il momento più emozionante di questi giorni?

«Quando siamo arrivati, dopo circa 4 ore e 200 km, ci siamo trovati di fronte a un paesaggio tra il fiabesco e il reale:  Lacu Roșu, un’emozione pazzesca! Di questa vacanza mi è piaciuto tutto e porto a casa la voglia di ritornarci. Magari in aereo» (sorride).

Mi pare di capire che le avventure non ti spaventano. Che tipo di vacanza prediligi?

«Non ho particolari preferenze. L’importante è la compagnia e che il luogo sia accessibile».

Cosa ti senti di dire ai viaggiatori con disabilità?

«Andare in vacanza è un dovere verso noi stessi e verso gli altri. È importante staccarsi dalla quotidianità, ma soprattutto è un diritto che ognuno di noi deve esercitare per migliorare questa società, ancora oggi, troppo spesso sorda di fronte a determinate tematiche».

(v.b.)

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