elena terminiello

Sono una guerriera e non mollo!

Tutto comincia con la sclerosi multipla, diagnosticata quando aveva 28 anni. O meglio, tutto riparte da lì. È la storia di Elena Terminiello, guerriera (come si definisce lei) di 44 anni. Moglie di Massimo e mamma di Riccardo e Sara. Elena vive con la sua famiglia a San Raffaele Cimena (TO) e fa parte delle “Figlie del Po”, un gruppo sportivo di majorettes.

 

Chi sono le Figlie del Po?

Il nostro gruppo di majorettes nasce quando noi avevamo dagli 8 ai 15 anni. Poi 5 anni fa, per una scommessa, abbiamo ricominciato a lavorare insieme. Siamo un gruppo molto eterogeneo di 32 donne – nonne, mamme, figlie e nipoti – dai 6 ai 60 anni! Facciamo tutto noi: dall’autofinanziamento alle coreografie, fino agli abiti.

 

In che modo il tuo gruppo ti sostiene?

Le mie compagne di squadra mi sostengono in tutto. All’inizio della nostra avventura riuscivo a fare le coreografie in piedi, ma quando la malattia si è aggravata io non sono più riuscita e volevo mollare. Le ragazze mi hanno detto «ma sei matta, tu sei parte del gruppo e vai avanti. Non molliamo finché riusciamo a farlo insieme!». Abbiamo iniziato a realizzare delle coreografie dove io partecipo con la carrozzina. Per le bambine del gruppo sono la zia. Quando sono stanche o vogliono giocare salgono con me sul mio triride. È molto divertente!

 

Lo sport ti aiuta a vivere la sclerosi?

Le majorettes sono diventate la mia terapia di gruppo, non vedo l’ora che arrivi il venerdì per trovarmi con le mie compagne a fare le prove. Ci esibiamo negli eventi delle nostre zone, sfilate, carnevale. Andiamo nelle case di riposo e nelle residenze per anziani. Non smetterò finché potrò usare le braccia!

 

Hai fatto anche la modella per UILDM durante la sfilata di Diritto all’eleganza a Lignano Sabbiadoro.

Nel dicembre 2017 ho conosciuto la Sezione UILDM di Chivasso e il suo presidente Renato Dutto, che mi ha coinvolto successivamente in questo progetto. Il lavoro con le scuole e la sfilata sono state esperienze straordinarie proprio perché noi modelle in carrozzina abbiamo vissuto una situazione di normalità!

 

In che modo la malattia ha cambiato il tuo modo di affrontare la vita?

Io vivo alla giornata. Faccio quel che posso fare. Al mattino mi sveglio e dico: «Questo lo muovo, andiamo!». Non voglio fermarmi di fronte a niente e a nessuno. Sono fortunata perché ho la mia famiglia. La malattia ci ha uniti ancora di più!
Certamente non mancano i momenti di sconforto perché non riesco a fare alcune cose. Mi manca moltissimo fare una passeggiata mano nella mano con mio marito, fare shopping con mia figlia o fare le coreografie in piedi con le Figlie del Po.
Ma non mollo! Sono una guerriera!
 

(ap)

 

phoyo credit: Sara Ragazzo

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