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Riflettiamo un po’

di Elisa Di Lorenzo


Ognuno di noi è ormai consapevole e spesso anche sbalordito per come il mondo sia cambiato così velocemente in questi ultimi vent’ anni.

Molto ha fatto la scienza con le sue ricerche, la comunicazione, l’informazione e tanti studi riguardo all’economia e alla sua qualità, ma in tutto questo marasma si sono compiuti anche grandi errori come quello degli atteggiamenti irresponsabili verso natura e popoli; persino le politiche hanno cambiato tattiche perché oggi più che mai sgomitano sfacciatamente solo per accaparrarsi soldi e poltrone creando un vero scompiglio nella nostra società.

In questo precipitoso ed enorme caos la gente si è lasciata coinvolgere e trasportare dalle tante novità e false illusioni ed assieme al conseguente stato di benessere ha perso quasi del tutto il contatto con la semplicità, la naturalezza ed i veri valori che servono per vivere.

Questa potente evoluzione umana ha portato anche una forte scossa nel mondo dei più deboli, e se in una prima fase si stavano scuotendo anche gli animi dei più duri egoisti, coinvolgendo fortemente anche le istituzioni per le pari opportunità, poi improvvisamente negli ultimi anni tutto è andato man mano rallentandosi giungendo addirittura ad abolire (come sta accadendo in questi giorni) alcuni diritti conquistati nel tempo attraverso il coraggio di chi si è battuto molto per il bene di questa categoria di più sfortunati. Anche nel campo della più antica e dannosa ingiustizia del mondo che è quella verso il genere femminile il progresso ha portato enormi cambiamenti se solo pensiamo che fino ad una ventina di anni fa il maschio primeggiasse ancora brutalmente sulla donna considerandola schiava e senza intelligenza.

Così grazie alle dimostrazioni della scienza, il genere femminile ha potuto finalmente far valere i propri diritti ed essere competitiva con l’altro genere, anche se questo nuovo modo di pensare ha recato scompiglio in molte famiglie ed ambienti ma stranamente anche in questo campo come in quello dei disabili quando ci si stava avvicinando ad una riconosciuta parità di diritti tutto è precipitato.

Ad oggi secondo me il mondo femminile rimane impantanato in una situazione incredibile e non riesce ad emergere in alcun ambiente se non in qualche minima percentuale, pur dimostrando di essere all’altezza e preparata culturalmente.

Ora io alla mia età (62 anni) e donna combattiva, mi chiedo se è stato il progresso ha portarci verso questa confusione, è colpa dell’uomo che spaventato ne sta fermando l’escalation o esiste una vera e propria responsabilità anche del genere femminile che ha voluto strafare?

Io certamente come tutti mi sono fatta una mia idea ma certo non sono all’altezza di dare risposta ad un così difficile e complesso quesito però con questo mio intervento voglio permettermi di smuovere una piccola riflessione anche nel nostro ambiente di donne disabili, sia all’interno della UILDM ma anche al di fuori di questa struttura.

Quando io nel 1994 sono entrata in Centro UILDM ho trovato soprattutto tra noi donne, amicizia, tanti sorrisi e un sereno spirito umoristico seppur nella sofferenza.

Si sapeva essere un po’ ottimisti e si gioiva risollevati anche per i più piccoli gesti e misere conquiste di norme legislative a nostro favore. Era molto forte anche lo spirito di gruppo e soprattutto si aveva fiducia nell’amicizia e rispetto verso le altrui situazioni: valori che oggi purtroppo vedo in grande diminuzione.

Secondo le mie tante osservazioni con il passare del tempo tutto è diventato molto più difficile; le persone appaiono schive o a muso duro per cui scarsamente propense a creare rapporti di amicizia. A volte si avverte nell’aria un certo egoismo e velate invidie e questo tipo di comportamenti porta spesso ad optare per l’isolamento: in fondo noi con le nostre personali situazioni e con la solitudine abbiamo già imparato a conviverci da molto tempo. Si è molto parlato dell’empatia tra persone sofferenti, preporsi all’ascolto ma dove sono finite queste teorie? Ora è molto di moda che le persone spesso ti cercano, ti usano e poi ti cancellano.

Durante questo ultimo inverno lungo e freddo, molto triste per noi che non possiamo uscire molto facilmente da soli, spinta anche io dalla curiosità di conoscere il nuovo attuale mondo di Facebook ed anche speranzosa di trovare qualche persona un po’ più disponibile all’amicizia mi sono iscritta, ma solo dopo qualche mese mi sono anche cancellata nel leggere le tante stupidaggini ed il modo in cui se ne fa uso.

“No, mi son detta, ma cosa ci faccio io qua”.

Nei miei ultimi venti anni di malattia, vuoi per curiosità che per una continua ricerca di fisioterapia più mirata alla mia patologia ma forse anche per una sfrenata voglia di circondarmi di persone amiche immerse nella sventura come me, ho incontrato ed anche stretto rapporti con tantissime persone ma solo qualcuna mi è rimasta fedele mentre la maggioranza è stata una vera deludente sorpresa.

Per me, è difficile ammetterlo, credo davvero che tra donne oggi non esista più molta solidarietà e manca anche una buona dose di coraggio ad osare, anche se al giorno d’oggi si ha il grandissimo vantaggio di possedere un buon grado di istruzione.

Tornando però al nostro tema in questione ed avviandomi io ora verso un’età in cui poco potrò donare in aiuto ad una struttura grande come la nostra UILDM, rivolgendomi alle giovani donne mi sento di suggerire di cercare di riscoprire prima di tutto i molti valori persi nel tempo ed armarsi di tanto, tanto coraggio e tenacia.

Abbiamo un immenso bisogno di molte più donne coraggiose come quelle che già ci sono ed io credo e spero che sia possibile farcela se non ci si lascia spaventare già in partenza ed anche perché sono convintissima che la vita vada vissuta soprattutto arricchendola di nuove esperienze scelte da noi, non solo accettando e subendo quelle che ci vengono propinate dal destino.

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