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Malattia di Pompe: nuovi approcci terapeutici

GUP09017
TERAPIA CON CHAPERONE FARMACOLOGICI IN ASSOCIAZIONE CON LA TERAPIA ENZIMATICA SOSTITUTIVA IN PAZIENTI AFFETTI DA MALATTIA DI POMPE

Anni di finanziamento: 1 (anno d’inizio 2011)
Budget totale: € 260.000
Coordinatore: Andria Generoso (1)
Partner: Donati Maria Alice (2), Morandi Lucia (3), Danesino Cesare (4)
(1) Dipartimento di Pediatria, Università “Federico II”, Napoli
(2) Dipartimento di Neuroscienze, AOU “Anna Meyer”, Firenze
(3) UO Malattie Neuromuscolari, IRCCS Istituto Neurologico “C. Besta”, Milano
(4) Dipartimento di Scienze Neurologiche, Istituto Neurologico Nazionale “C. Mondino”, Università di Pavia

La malattia di Pompe (PD) o glicogenosi di tipo II (OMIM 232300) è una miopatia metabolica, causata dal deficit dell’enzima lisosomiale alfa-glucosidasi acida (GAA).
Il deficit di GAA provoca un accumulo generalizzato di glicogeno nei tessuti e la distruzione dei muscoli cardiaci e scheletrici, con un’ampia variabilità fenotipica.
L’unico trattamento approvato per i pazienti con PD è la terapia enzimatica sostitutiva (ERT) con GAA umana ricombinante. E tuttavia, nonostante sia stata dimostrata rispetto al coinvolgimento cardiaco e alla funzione muscolare nelle forme infantili classiche, l’efficacia della ERT sulla miopatia scheletrica nei pazienti a esordio tardivo è variabile.

Nel presente studio, i ricercatori propongono un nuovo approccio terapeutico, basato sull’uso combinato della terapia di stimolazione enzimatica (EET) con una piccola molecole chaperone, che si chiama NB-DNJ (miglustat, nome commerciale Zavesca), già approvata per uso clinico per altre due malattie da accumulo lisosomiale.
Di recente, il gruppo di lavoro ha dimostrato il razionale di questo approccio in studi condotti in vitro e in un modello animale di PD (Porto C, Cardone M, Fontana F, Rossi B, Tuzzi MR, Tarallo A, Barone MV, Andria G, Parenti G, The pharmacological chaperone N-butyldeoxynojirimycin enhances enzyme replacement therapy in Pompe disease fibroblast, «Molecular Therapy», 2009, 17, pp. 964-71).

Il protocollo prevede di trattare dodici-quattordici pazienti affetti da malattia di Pompe, seguiti in quattro centri italiani coinvolti nella cura di pazienti con malattie metaboliche, con una combinazione di ERT e NB-DNJ.
L’obiettivo è quello di verificare se la combinazione di questi approcci può aumentare l’efficacia della ERT nella PD.
Come obiettivo a breve termine di questo studio della durata di un anno saranno valutati i seguenti parametri:
° l’attività enzimatica della GAA su spot di sangue ottenuti a tempi differenti dopo la somministrazione isolata di ERT o di ERT in combinazione con NB-DNJ;
° i livelli plasmatici di CK (prima e dopo l’inizio della terapia combinata) e l’escrezione urinaria del tetrasaccaride di glucosio (prima e dopo l’inizio della terapia combinata).

I risultati di questo studio potranno fornire la prova di principio che approcci terapeutici combinati sono più efficaci nel correggere il deficit enzimatico della PD. Inoltre, questo modello potrebbe essere esteso ad altre malattie da accumulo lisosomiale, in cui la ERT è disponibile, ma ha efficacia limitata.

Si ringrazia per le notizie fornite e per l’elaborazione del testo l’Ufficio Scientifico di Milano della Fondazione Telethon.

Testo redatto nel dicembre del 2011.

Per ulteriori dettagli o approfondimenti:

Coordinamento della Commissione Medico-Scientifica UILDM (referente: Crizia Narduzzo), c/o Direzione Nazionale UILDM, tel. 049/8021001, commissionemedica@uildm.it.

Data dell’ultimo aggiornamento: 15 novembre 2014.

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