Per il mio intervento ho cercato di rispondere ai quesiti da voi inviati, suddividendoli per temi.
Da quanto tempo fai parte della UILDM?
Che tu sia disabile, parente, volontaria, cosa ti ha spinto a prestare la tua opera al suo interno?
In che modo sei attiva nell’associazione?
Partecipi alla vita di sezione? Fai parte di qualche gruppo?
Fai parte o hai fatto parte dei vari consigli dirigenti: Nazionale, Regionale o di Sezione?
Cosa pensi di aver fatto per la UILDM?
Veniamo ora alla mia presenza (direi 30nnale) nella Uildm: ho iniziato con la nascita della sezione di Modena (1980-81, anzi negli anni 70 avevo amici a RE e quando nacque quella sezione mi ero iscritta per alcuni anni) partecipando alle prime iniziative, in seguito ho iniziato a frequentare la sezione (perché l’educazione che veniva dalla mia famiglia era quella di partecipare attivamente alla vita sociale dando il proprio contributo nelle varie organizzazioni della società civile, infatti ho sempre detto che ho fatto volontariato nella Uildm ma ugualmente lo avrei potuto fare in un circolo culturale o in un cineforum… magari nella Uildm ero più motivata ed a essere totalmente onesta mi sentivo più a mio agio), così ho iniziato a rendermi disponibile per la gestione della segreteria e della tesoreria anche sfruttando le esperienze che mi ero fatta sul lavoro (ero stata segreteria in una azienda artigiana ed essendo sola dovevo occuparmi un po’ di tutto, corrispondenza, fatturazione, paghe, ecc…).
Sono poi stata eletta nel consiglio di sezione ed ho ricoperto la carica di tesoriere per diverso tempo e precisamente sino a quando la carica era incompatibile con il ruolo di proboviro.
Dopo alcuni anni (1987) la allora presidente della sezione di RE anche membro della Direzione Nazionale mi sollecitò perché presentassi la mia candidatura alla Direzione Nazionale: con la consapevolezza (allora come ora) di non essere totalmente all’altezza del compito ma anche sicura di avere tanto entusiasmo e buona volontà decisi di accettare e venni eletta nella DN. Sono stata nella DN dal 1987 al 1998 ed ho dato il mio contributo, non so se è stato grande o piccolo, ma di sicuro so che ho sempre cercato di capire ed informarmi sulle questioni che si presentavano, di conseguenza agire come era necessario secondo la mia coscienza.
Terminata l’esperienza in DN pensavo di continuare la mia attività Uildm a livello regionale ma dopo un anno e mezzo l’allora presidente nazionale Bomprezzi mi chiese se accettavo l’incarico di proboviro, la mia obiezione fu quella che ne sapevo poco in materia giuridica, lui mi rispose che, a suo giudizio, ero una persona di buon senso e questo era già una garanzia così accettai ed è 10 anni che faccio parte del Collegio dei Probiviri, devo dire che con Focacci e Maccione mi sento le spalle ben coperte e perciò questo impegno non mi è particolarmente gravoso pur se non è semplice.
In tutti questi anni ho comunque continuato a collaborare in sezione principalmente dal punto di vista contabile, seguendo i pagamenti, le scadenze fiscali, le assicurazioni, e assicurando la mia presenza una volta alla settimana per tenere aperta la sede, presenzio a tutti i consigli ed esprimo la mia opinione sulle decisioni che vengono prese, insomma faccio vita di sezione.
Naturalmente se devo fare un bilancio della mia presenza in Uildm posso senz’altro dire che è molto di più ciò che ho ricevuto rispetto a ciò che ho dato (anche se per me che amo i numeri quantificando il mio impegno posso dire di aver operato per circa 15.000 ore) soprattutto ho ricevuto tanto in contatti umani, ora ho dei veri amici in tutta Italia e non solo nella mia piccola città e questo per me è la cosa più importante, anche perché ho avuto la fortuna di vivere una Uildm che era veramente una Unione, oggi io credo che questo si sia un po’ perso (o forse è solo un’impressione).
Conosci il Gruppo Donne? Ritieni sia importante che le donne possano emergere nella UILDM e ti spieghi come mai nella Direzione Nazionale ci siano sempre così poche rappresentanti femminili? Pensi che anche nella UILDM dovrebbero esserci le “quote rosa”? A tuo parere, oggi come allora (in occasione della nascita del Gruppo Donne), è importante distinguersi come donne? Ti senti prima donna e poi disabile? Oppure le due caratteristiche non si escludono a vicenda e vanno di pari passo?
Si parla da tempo di parità, ma si è realizzata nella nostra associazione?
Conosco sicuramente il GD, avevo partecipato a Palermo al seminario che diede inizio al gruppo e partecipo oggi augurandomi, in modo provocatorio, che questa assemblea determini l’auto scioglimento del gruppo.
Spiego anche questa mia affermazione, non perché io non creda o non sia d’accordo sulle potenzialità delle donne (anzi a questo proposito se devo rifarmi alla mia esperienza personale fatta in gioventù, quando c’era un gran fermento nei movimenti femministi, devo dire che ho partecipato attivamente alle iniziative dell’ UDI, abbonata alla rivista Noi Donne, ecc… questo per far capire a chi non mi conosce che non ho una visione della donna antiquata), ma perché ritengo che nella nostra associazione, pur nel rispetto reciproco, non si debba operare per categorie (questo vale anche per il Gruppo Giovani, infatti mi risulta che anche loro stiano ripensando alle modalità di essere attivi nella nostra associazione)
Le parole quote rosa, sia che siano usate in politica che nella Uildm non mi trovano completamente d’accordo, perché non credo sia giusto che un individuo venga votato o scelto per il suo sesso e non per le qualità che esprime, ecco perché le donne devono avere coraggio e battersi, in tutti i sensi, alla pari con gli uomini, alle volte mi chiedo se anche noi donne non siamo un po’ colpevoli per l’atteggiamento che abbiamo, per l’abitudine di piangerci addosso e soprattutto siamo poco solidali con le nostre simili.
Anche nella direzione nazionale Uildm se vi sono poche donne non credo sia per una pregiudiziale verso le donne stesse ma perché nessuna si è candidata (a parte Anna) poi mi rendo anche conto che vi sono mille difficoltà e questo lo so per esperienza personale.
Alle varie sollecitazioni rispondo che ognuno di noi vive la propria disabilità in modo differente io personalmente mi sento prima donna e quindi disabile.
Il mio pensiero sul GD l’ho già espresso credo sia giusto da parte vostra interrogarvi sul ruolo che volete avere: partecipare alla vita associativa o essere un gruppo marginale. Mi spiego meglio, è utile ciò che avete fatto negli scorsi anni proponendo i vari seminari assembleari, ma questo poteva succedere anche se 3 o 4 di voi facevano parte della DN, poi in via informale si può comunicare con le persone che si reputa ci siano più vicine per affinità di pensiero, di problemi, ecc.
Penso che la Uildm rispecchi la società in cui viviamo perciò io credo che noi donne con handicap siamo penalizzate dal fatto che la donna di solito è colei che accudisce e non viceversa perciò quando hai un compagno che ti accudisce è bravo viceversa è tutto nella norma (sono concetti ormai ripetuti tante volte ).
Cosa pensi di poter fare per la UILDM? Se sei fra le donne più giovani, hai un modello da seguire fra quelle da più anni attive nella nostra associazione? Se sei fra le donne da più anni presenti, ti senti di dare suggerimenti o consigli alle più giovani?
Non ho nessun consiglio da dare se non quello di aderire con impegno e cercare di operare anche per le persone che non hanno gli strumenti per farlo.