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famiglia Madeo

Il papà di tutti

Quando nasce un bambino nasce anche un papà. E un uomo lo diventa quando prende in braccio per la prima volta i suoi figli.
Per la festa del papà vogliamo raccontarvi la storia di Pietro Madeo, di Longobucco in provincia di Cosenza. Un papà speciale che ha speso tutta la sua esistenza per i suoi tre figli, per farli crescere e camminare nella vita. Pietro è un padre pieno di risorse. Impegnato nel mondo del volontariato, è presidente della Sezione UILDM di Montalto Uffugo.

 

Che tipo di padre sei?

Posso dirlo?! Io mi ritengo un ottimo papà! Ho cresciuto tre figli meravigliosi. Due vivono e lavorano a Roma. Hanno studiato e fatto carriera nella capitale. Pierfrancesco, il più giovane, ha la distrofia di Duchenne, ma anche lui è riuscito a realizzarsi con grande forza di volontà. È cantautore, con tre album pubblicati. Nei mesi scorsi è uscito anche il suo nuovo libro, Specchi, che racchiude i testi, le poesie e i pensieri più importanti che ha maturato nel corso degli anni.
I miei figli mi dicono sempre: “Papà, se noi figli siamo arrivati fino a qui è tutto merito tuo e di nostra madre!”.

 

Come sei riuscito a conciliare la vita lavorativa e la vita famigliare?

Per 40 anni sono stato direttore dell’ ex Ufficio di collocamento (ora Centro per l’impiego) di Longobucco. Conciliare lavoro e famiglia non è stato semplice, ma con l’aiuto di mia moglie ce l’abbiamo fatta. La prima diagnosi a Pierfrancesco è arrivata due anni, ma fino ai sette correva come un matto. Non ci siamo mai fermati a piangerci addosso e i fratelli più grandi ci sono stati sempre molto vicini.

 

Come hai conosciuto UILDM?

La prima volta è stato nel 1991. Il presidente di allora Amedeo Bertelli, colui che l’ha fondata e che io stimo profondamente, mi ha contattato per dare una mano. Da allora sono stato vice presidente della Sezione per molti anni e ora ne sono presidente.

 

Che cosa ti ha dato e continua a darti UILDM?

In UILDM ho trovato una famiglia. Come farei con una famiglia, ho chiesto aiuto e ho dato in cambio il mio sostegno. Io mi sento il papà di tutti i ragazzi della Sezione e per me è un onore portare avanti i progetti che riusciamo a realizzare.

 

Cosa ti auguri per i tuoi figli, soprattutto per Pierfrancesco?

Io mi auguro che restino sempre così come sono e che continuino a lavorare ai loro progetti. Pierfrancesco, nonostante la sua malattia, fa tutto da solo muovendo un unico dito, l’indice della mano. Mi chiede spesso consigli su come fare la le cose, e poi fa di testa sua. Ma va benissimo così!

(a. p.)

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