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Essere una donna all’interno della UILDM: generazioni a confronto

di Gaia Valmarin


“E’ un piacere ritrovarci qui ad un anno di distanza”, con questa frase pronunciata con la voce un po’ spezzata dall’emozione ho aperto l’incontro del Gruppo Donne dal titolo “Essere una donna all’interno della UILDM, generazioni a confronto” che si è tenuto in occasione delle Manifestazioni nazionali UILDM 2010.

Questa volta il Gruppo Donne si è voluto porre in una maniera differente rispetto a quella degli ultimi seminari. In un certo senso siamo voluti tornare alle origini, con unincontro informale di discussione e di scambio di idee ed esperienze, che ho avuto l’onore di coordinare e condurre insieme con Fulvia Reggiani della sezione di Modena.

La giornata di giovedì 20 maggio, in seno alle Manifestazioni nazionali UILDM, è stata dedicata ai giovani ed al sentirsi giovani nell’ambito dell’associazione; ci è venuta così l’idea di domandarci se anche per la donna disabile sia cambiato qualcosa all’interno della UILDM e nella società in generale, col mutare delle generazioni.

Abbiamo cercato, con una simpatica e aperta discussione, di comprendere quali siano le problematiche che investono maggiormente la donna disabile e che la rendono spesso portatrice di maggiori difficoltà. Abbiamo lanciato degli input qua e là durante la conversazione, per raccogliere le opinioni spontanee delle partecipanti all’incontro.

Ci siamo chiesti cosa ci si aspetti da una donna disabile: che sia dipendente, ma sufficientemente forte da non lamentarsene; che sia autonoma, mentalmente ed il più possibile fisicamente, ma che non sconfini troppo nel mondo di tutti; che abbia autostima, ma che taccia desiderio, amore, sessualità, maternità, ricerca di legami; che sia curata, piacevole, ma che non esca troppo da un’immagine di “brava bambina”.

Più in generale, è mutata proprio quella che è la visione della donna nella nostra società; se una volta ci si aspettava da lei che fosse una sposa e una madre devota, ora ci si aspetta che, oltre ai requisiti prima detti, si aggiunga anche una realizzazione nel campo dell’istruzione e in quello professionale, senza dimenticare l’importanza di un aspetto avvenente. Ovviamente la donna disabile, avendo delle difficoltà causate dai suoi deficit, non riesce ad ottemperare a tutte queste aspettative e spesso può incorrere in una sensazione di frustrazione.

Mariangela Caroppo, presidente della sezione di Udine, ha fatto notare che nelle pubblicità anche le donne cosiddette normali o sono afflitte da perenne stitichezza, gonfiori, ciclo mestruale continuo, bruciori vari, dentiera e capelli bianchi nonché perdite di vario genere, oppure allattano mentre puliscono il bagno; mentre Valentina Boscolo, una delle più giovani partecipanti, ha evidenziato che gli uomini non desiderano un approccio con una ragazza disabile adesso, proprio come non lo volevano 30 anni fa, invece secondo lei la donna va oltre la presenza della carrozzellaed è pronta ad amare un disabile come amerebbe qualsiasi altro uomo.

Una mamma ha portato l’esperienza che vive quotidianamente con la figlia adolescente: se negli anni passati la ragazza viveva infatuazioni con ragazzi sani che non la ricambiavano e si deprimeva, da quando frequenta un ragazzo disabile che invece la ricambia, è molto più serena. In risposta si è alzato un coro, molte donne presenti erano dell’idea che un rapporto fra due disabili fosse – testuali parole – troppo scomodo. Io ho fatto notare che è la persona che conta, per tutto il resto ci sono mille differenti strategie per superare le scomodità.

La presidente della sezione di Modena, Maria Lugli e la signora Maddia Tirabassi, proboviro del nazionale, hanno portato la loro storia di vita all’interno della UILDM, regalandoci momenti di grande passione ed intensità scaturiti dal loro percorso associativo. Altrettanto ha fatto la storica figura di Liana Garini.

L’intervento di Simona Lancioni, della sezione di Livorno, ha esposto una sua interessante ricerca sul tema delle donne ai vertici dello Stato e della UILDM, consultabile nella pagina del sito UILDM dedicata al Gruppo Donne, da cui si evince come la donna raramente arrivi a ricoprire ruoli dirigenziali e sia ancora solo una spalla e un supporto per l’uomo.

Tirando le somme, visto l’entusiasmo delle delegate, la formula del confronto diretto, della discussione aperta e dell’arricchimento reciproco s’è rivelata essere quella vincente.

Alla considerazione di alcune socie sul fatto che il Gruppo Donne potrebbe essere una corrente che non favorisce l’unitarietà all’interno dell’associazione, si è risposto che invece il nostro lavoro aggiunge ad essa ricchezza ed originalità, come le donne fanno in genere per la società in cui vivono.

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