Crisi, si inasprisce la stretta anche sui farmaci salvavita

La crisi non si arresta, anzi sembra allargare i suoi tentacoli anche su settori fino ad ora ritenuti eticamente e moralmente intoccabili. Premesso che il nostro intento non è quello di produrre allarmismo ma di creare consapevolezza e cercare di fare una corretta informazione, vogliamo offrirvi un quadro attuale della situazione della gestione dei farmaci salvavita, necessari per la vita di migliaia di persone con patologie genetiche rare.

Purtroppo gli interventi per ridurre le spese della sanità pubblica su tutto il territorio nazionale andranno a colpire direttamente anche servizi indispensabili per migliaia di persone con patologie croniche, tra cui le persone con malattie genetiche neuromuscolari.

La Regione Lombardia – presa come riferimento nazionale, nel bene e nel male – ha approvato il nuovo Piano Regionale di Sviluppo (valido per il quinquennio 2011-2015) riguardante soprattutto il settore sanitario. Il nuovo Piano, dal titolo “Dalla cura al prendersi in cura”, stabilisce un nuovo modello di assistenza sul territorio: il CReG (Cronic Related Group). Questo sistema coinvolge, con differenti responsabilità tecniche, i Medici di medicina generale, i Pediatri di libera scelta, le Asl, i soggetti erogatori di ricovero e cura e quelli extraospedalieri di specialistica ambulatoriale.

Quali malattie comprenderà? Potranno fare parte di questo nuovo modello di assistenza territoriale le malattie croniche, come ad esempio le broncopneumopatie cronico ostruttive, lo scompenso cardiaco, il  diabete di tipo I e II, l’ipertensione e la cardiopatia ischemica, l’osteoporosi e anche le malattie neuromuscolari. Stando ai provvedimenti  di Regione Lombardia i pazienti verranno accompagnati in tutte le attività, quindi non solo quelle ambulatoriali (farmaceutica, protesica, follow up), assicurando loro la continuità del processo di diagnosi e di cura. Sicuramente degli ottimi propositi ma sarà effettivamente cosi? 

Di fronte ad una revisione (al ribasso) dei finanziamenti forniti dallo Stato – verranno imposti alle Asl stretti vincoli di bilancio e ci saranno ulteriori licenziamenti e/o ricollocazioni del personale – la situazione per le strutture ospedaliere non è certo delle migliori e si dovrà verificare fino a quando le Regioni potranno sostenerne le spese, aumentando il proprio deficit contabile.

Le Asl dovranno controllare l’85% delle prescrizioni dei medicinali salvavita ultracostosi per curare i tumori, l’Aids, l’emofilia, le malattie neuromuscolari, i problemi legati ai trapianti. Stiamo parlando di farmaci acquistati direttamente dagli ospedali, ma che i pazienti normalmente assumono a casa propria. D’ora in poi l’Assessorato alla sanità regionale invierà agli ospedali una circolare in cui si stabiliscono verifiche puntuali da parte dei Nuclei operativi di controllo dell’Asl (Noc) sulla correttezza del loro uso.

Sorge spontanea una riflessione. Possono pure definirli risparmi, ristrutturazioni aziendali e attenzione ai bilanci.  Le conseguenze pesanti della crisi in corso non possono e non devono ricadere però sui pazienti con patologie croniche e malattie genetiche rare. E non sta accadendo in uno dei moltissimi paesi poveri martoriati dalla guerra o dalle epidemie ma in Italia, cuore dell’Europa mediterranea. E noi non abbiamo timore a denunciare questa vergognosa ingiustizia. (R.L.C.)

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