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Il futuro del servizio civile

CNESC: investiamo sul futuro dei giovani

La Cnesc esprime soddisfazione per il ritiro dell’emendamento che introduceva il Servizio Civile Universale, per di più obbligatorio, fra le misure del Reddito di cittadinanza e ringrazia il Sottosegretario Spadafora per il ruolo avuto.

Si vuole evitare che il reddito di cittadinanza generi giovani inattivi e retribuiti: chiarito che la gran parte di essi è inattiva perché non ci sono proposte motivanti e efficaci nei loro confronti?
Allora perché non coinvolgere le reti delle organizzazioni del terzo settore, i coordinamenti, i comitati fra tante associazioni, alcuni dei quali coordinati dai comuni che sarebbero tutti rinvigoriti dalla presenza dei giovani per rispondere a questa esigenza?

Nello stesso tempo la Cnesc esprime forte preoccupazione per la concreta possibilità che il contingente ordinario 2019 di posizioni di SCU sia tagliato di un 25% rispetto al 2018. Infatti nel 2018 furono 49.000 le equivalenti posizioni messe a bando mentre adesso, con le risorse disponibili, residui inclusi, sono poco più di 37.700.

Questo brusco passo indietro come si concilia con le 123.000 domande presentate nel 2018 e con la centralità attribuita alle politiche verso i giovani? Quale messaggio viene dato alle organizzazioni cui – nello stesso momento in cui si tagliano i progetti da mettere a bando – si chiedono investimenti per qualificare il loro contributo al SCU?

La Cnesc chiede al Governo, alla maggioranza parlamentare ed a tutti i gruppi parlamentari di investire davvero sui giovani che sono il futuro del Paese.

(Ufficio stampa CNESC)

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