Le Sezioni UILDM e il Secondo Manifesto delle Donne con Disabilità

Bergamo e Sassari adottano il Secondo Manifesto

Il Secondo Manifesto sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità dell’Unione Europea continua il suo percorso con l’adesione da parte di due amministrazioni comunali. Le città di Sassari e Bergamo, grazie all’impegno delle Sezioni UILDM locali, hanno infatti adottato questo testo, approvato dall’Assemblea Generale del Forum Europeo sulla Disabilità a Budapest il 28-29 maggio 2011 in seguito a una proposta del Comitato delle Donne dell’EDF.

Il 27 novembre 2018, a pochi giorni di distanza dalla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il Consiglio comunale della città di Sassari ha votato all’unanimità l’adozione del testo. Tra le promotrici del Manifesto in città c’è Francesca Arcadu, donna con disabilità, consigliere comunale e socia della Sezione di Sassari. L’adozione del Manifesto è stata preceduta da un lungo lavoro preparatorio con il coinvolgimento delle associazioni cittadine, per mettere in evidenza come le questioni relative al mondo femminile siano intimamente legate al mondo della disabilità, e come questi due aspetti vadano trattati perciò di pari passo. “Sono molto soddisfatta del lavoro svolto: considero il percorso che ha portato all’adozione del Manifesto un momento di semina per il futuro”, commenta Francesca Arcadu.

Non basta avere aderito al Manifesto, ora è necessario riuscire a declinarlo nel lavoro quotidiano dell’amministrazione. “È sicuramente importante far prendere coscienza dei problemi relativi alla discriminazione multipla di cui sono vittime le donne con disabilità, per riuscire a realizzare azioni politiche a loro misura. Per il futuro pensiamo di organizzare iniziative per far conoscere ulteriormente il Manifesto, non solo agli ‘addetti ai lavori’, ossia le persone con disabilità, le loro famiglie e le associazioni, ma anche a tutti i cittadini. Il suo valore è immenso: è uno strumento versatile e di grande spessore per la ricchezza dei contenuti presenti, che può dare numerosi stimoli e che si presta a numerose possibilità di riflessioni e applicazioni pratiche”.

Anche l’amministrazione comunale di Bergamo ha avviato un proprio percorso per l’adozione del Secondo Manifesto. A raccontarlo è Angelo Carozzi, della Sezione UILDM della città. “Abbiamo chiesto un incontro con la Presidente del Consiglio Comunale di Bergamo affinché avviasse la procedura per l’adesione. Durante il confronto la Presidente, Marzia Marchesi, suggeriva opportunamente di presentare il Manifesto al Consiglio delle Donne. Ciò è avvenuto con due riunioni durante le quali il Consiglio delle Donne, che stava allestendo un seminario sul diritto alla maternità delle donne con disabilità, ha accolto la proposta di concedere uno spazio per la presentazione del Manifesto. Contestualmente, il Consiglio delle Donne ha chiesto al Consiglio comunale di aderire al Manifesto presentando un ordine del giorno che è stato approvato all’unanimità dopo un’ampia discussione. Ora siamo in attesa della Delibera che ufficializza l’adesione.”

Il Secondo Manifesto è uno strumento di azione politica e sociale importante anche per la realtà bergamasca. Un impegno che non è così scontato perché ci rendiamo conto che siamo ancora lontanissimi dall’esercizio dei diritti da parte delle donne e delle ragazze con disabilità. Nonostante questo testo non abbia “il medesimo valore normativo della Convenzione ONU, ha un’enorme portata etica e politica e un valore potenzialmente dirompente soprattutto dal punto di vista culturale e sociale” come scrive Olivia Osio nell’articolo de “Il Jolly”, il periodico della Sezione di Bergamo (pag. 24).

“Da parte nostra – continua Carrozzi – intendiamo organizzare un incontro con tutte le realtà del volontariato per delineare un percorso di approfondimento delle varie tematiche prese in considerazione, per organizzare la sua capillare diffusione con la consapevolezza che il Manifesto chiede responsabilità alle associazioni stesse, ma anche alle istituzioni nella loro molteplice declinazione e alla società tutta”.

(a. p.)

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