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Fernando Botero, En el balcon, 2001

Il coro di pensierini per l’8 marzo

DEL GRUPPO DONNE UILDM


Fernando Botero, En el balcon, 2001

Fernando Botero, En el balcon, 2001

Non amo le feste come l’8 marzo, San Valentino, la festa del papà o della mamma perché le associo purtroppo all’aspetto commerciale della ricorrenza. Però mi piace pensare all’8 marzo come un momento per fermarsi e riflettere insieme sui concetti a noi cari dell’essere donna, di cosa significhi, in particolare, per noi essere donne con disabilità e come portare le nostre riflessioni a contatto con l’universo femminile tutto. So di avere delle compagne di strada speciali, con le quali è bello riflettere insieme.
Francesca Arcadu


Mi piace l’8 marzo, perché il giallo è il mio colore preferito, ma, poiché il giallo mi piace tutto l’anno, non mi ricordo di essere donna solo per un giorno, ma per 365 giorni.
Oriana Fioccone


– Non ho mai festeggiato l’8 marzo.
– Per l’8 marzo, regaliamo o scambiamoci libri con maschietti e femminucce. Qualche suggerimento? “8 marzo, una storia lunga un secolo” di Capomazza e Ombra (Iacobelli); “Dell’amore e del dolore delle donne” di Veronesi U. (Einauidi).
Annalisa Benedetti


– Magari molte donne non festeggeranno San Valentino perché nessuno s’innamorerà di loro; magari molte donne non festeggeranno la Festa della Mamma perché non avranno mai la gioia di generare un figlio; ma tutte dovrebbero festeggiare la Festa della Donna perché con la loro femminilità e le loro peculiarità arricchiscono e illuminano il mondo.
– Festeggeremo realmente la Festa della Donna quando diventerà normale che una ragazza disabile entri in un negozio e si compri un completino intimo osé.
– Io festeggio la Festa della Donna ogni giorno perché i miei colleghi non mi regalano fiori, ma sempre sorrisi e stima.
Gaia Valmarin


Una ricorrenza come la Festa della donna poco ha a che vedere con uomini seminudi che in tanga leopardati si dimenano con donne infervorate (quasi sempre di mezza età), le quali sembrano essere tutte “casa e chiesa”, recluse dai mariti gli altri 364 giorni l’anno.
Essere donna, indipendentemente dal fatto di avere o meno una disabilità, è un orgoglio tutto l’anno e dovremmo ricordarcelo sempre, evitando penosi spettacoli in cui l’uomo è trattato come un “tocco di carne” da palpare esaminare e eventualmente addentare!
Lo ammetto, in venticinque anni ho festeggiato due volte anche io con qualche amica questa ricorrenza, giusto per non rimanermene sola a casa, ma entrambe le volte, passata l’ilarità del momento, mi è rimasto un retrogusto di insoddisfazione e pena.
Valentina Boscolo


– Festeggio l’8 marzo per sottolineare che il divario di opportunità tra uomini e donne danneggia tutti perché ostacola la costruzione di relazioni autentiche.
– Slogan per l’8 marzo: libere, diverse, insieme!
– Cosa ricorderò dell’8 marzo 2011? Il “coro di pensierini” del Gruppo donne UILDM.
Simona Lancioni


Non ho mai festeggiato l’8 marzo, non mi piace festeggiare “l’essere donna“ solo in un giorno o per una ricorrenza che trovo puramente commerciale. Preferisco celebrare e veder celebrare da ogni donna in ogni giorno la propria femminilità nelle sue molteplici sfumature.
Francesca Penno

Auspico che, un giorno non lontano, l’8 marzo possa essere festeggiato da donne e uomini assieme, che possa essere la condivisione di un obiettivo comune di uguaglianza fra i generi, del raggiungimento delle pari opportunità, dell’eliminazione della parola “violenza”.
Fulvia Reggiani



Ultimo aggiornamento: 14 marzo 2011

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