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Il teatro per chi non può andare a teatro

Un’esperienza teatrale, patrocinata anche da UILDM, dove la voce è la protagonista assoluta. Ci ha provato l’associazione Liber Pater con il progetto “Teatro on air”, per rendere accessibile il teatro a tutti.

“L’associazione è nata con lo scopo di promuovere la lettura ad alta voce con gli anziani, nelle residenze e nelle case di riposo. Qualche anno fa abbiamo conosciuto Sonia, una donna ipovedente, e da allora gli obiettivi si sono ampliati”, racconta Massimiliano Gracili autore e regista. E continua: “Siamo partiti con un festival di lettura scenica che si chiama Parole e voci, per giungere a proporre una vera e propria rassegna teatrale con 4 spettacoli in cartellone”.

Si comincia il 9 febbraio con Giuseppe Cederna che porterà in scena  “Odisseo migrante”. Il 9 marzo Paolo Sassanelli reciterà il “Grande inquisitore” di Dostoevskij, Ivano Marescotti il 30 marzo sarà sul palco con “L’uomo nell’astuccio” di Cechov mentre il 4 maggio “Parole note live” con Giancarlo Cattaneo e Maurizio Rossato di Radio Capital.

 

Che cosa è Teatro on air?

Sono spettacoli per sola voce, non c’è scenografia, non ci sono costumi, nessuna azione o gestualità. È un teatro basato sull’evocazione della parola.
Teatro on air è una proposta accessibile a tutti, anche a chi non può essere fisicamente in sala – persone con limitazioni motorie, anziani, malati, persone cieche o ipovedenti. Tutti gli spettacoli, oltre a essere messi in scena nella biblioteca comunale di Massa Marittima (Grosseto), saranno trasmessi gratuitamente in diretta streaming da Radio Oltre, la radio dell’Istituto Cavazza di Bologna. Amo dire che il nostro progetto è basato sulla “democrazia rispetto alla fruizione”, perché ciò che vivono gli spettatori in sala è quanto sperimentano gli ascoltatori da casa.

 

Perché solo voce?

Siamo coscienti che un teatro basato sulla sola voce è oggettivamente più debole, le immagini hanno certamente più forza. Ma con questo progetto noi vogliamo educare le persone alla forza della parola, entrando nella storia che rappresentiamo con l’intonazione e la tonalità della voce.

 

Qual è il vostro obiettivo?

Il teatro è un luogo che stimola le persone ad aggregarsi serenamente, a ridere insieme, a commuoversi insieme, a sognare insieme. Il nostro obiettivo è portare il teatro dove non può andare, da chi non può andarci, entrare nelle case. In più significa contribuire allo sviluppo culturale di un territorio e compiere un atto di generosità e di apertura a favore della collettività. È una scelta coraggiosa perché si tratta di organizzare una rassegna teatrale a tutti gli effetti ma con questa duplice direzione.

 

Come possiamo rendere l’arte più accessibile?

Più che pensare a rendere l’arte accessibile vogliamo trovare dei modi concreti per farlo. Noi, in questo caso, abbiamo trovato questa soluzione.

(a. p.)

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