Estetica e rapporto con il proprio corpo

In questa parte del nostro lavoro esaminiamo i dati raccolti sui temi dell’estetica
e del rapporto con il proprio corpo. Per rendere più agile l’esposizione utilizzeremo delle tabelle di sintesi analoghe a quelle utilizzate in precedenza. Per indagare i temi presi in esame abbiamo chiesto alle donne disabili: se è vero che essere piacevoli esteticamente è più importante per le donne che per gli uomini. Quanto tempo dedicano giornalmente alla cura personale. Se ritengono di conoscere bene il proprio corpo e di avere un buon rapporto con esso. Se fanno uso di prodotti cosmetici. Quali criteri adottano nello scegliere i vestiti. Se fanno uso di minigonne. Se preferiscono i complimenti relativi all’estetica o quelli relativi alle qualità intellettive. Se ritengono che la disabilità possa
incidere sull’idea che gli altri si fanno di loro e su quella che le persone
intervistate si fanno di se stesse e, infine, abbiamo esposto tre affermazioni
invitando a sceglierne una (domande 24-34).

Tabella n.24

E’ vero che essere piacevoli esteticamente è più importante per le donne che per gli uomini?

Modalità di risposta Val. ass. %
No, è importante per entrambe 29 42,5
Si, è vero 27 39,5
Prima si, ora no 9 13
Nessuna risposta 2 3
No, non è importante per nessuno:è più importante il resto 1 2
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Per quel che riguarda coloro che hanno dichiarato di condividere l’assunto oggetto del quesito la spiegazione più ricorrente (indicata da 12 persone) prende in considerazione fattori culturali: “la cultura attuale (mass media, ecc…) impone per tutti una precisa idea estetica“, “non dovrebbe ma purtroppo è così (ciò si deve a) decenni di cultura maschilista” e “si la donna viene subito guardata per il suo aspetto più o meno piacevole“. Qualcun’altra ha motivato la propria risposta ricorrendo a fattori naturali: “fa parte dell’essere donna la grazia, la femminilità e la bellezza“, “è innato“, “perché madre natura ha creato la donna più desiderosa di apparire bella” e “fa parte della natura della donna amare di più il proprio corpo“.

Tabella n.25a

Quanto tempo dedichi giornalmente alla cura personale? All’igiene?

Modalità di risposta Val. ass. %
Da mezz’ora fino ad un’ora 18 26,5
Quanto basta 18 26,5
Fino a mezz’ora 10 14,5
Da un’ora fino a due ore 8 11,5
Molto tempo 7 10
Poco tempo 3 4,5
Nessuna risposta 3 4,5
Più di due ore 1 2
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Confrontando le due tabelle n.25a e n.25b risulta evidente che le donne intervistate dedichino molto meno tempo all’estetica piuttosto che all’igiene. Questo dato si presta a interpretazioni diverse. Si può pensare che per queste persone la cura dell’estetica ha un’importanza residuale rispetto all’igiene oppure che avendo dei limiti di autonomia curare anche l’estetica risulta per loro eccessivamente oneroso in termini di tempo, oppure, ancora, esse sono così sicure di sé da non sentire l’esigenza dei ritocchi particolari.

In realtà ci sono tanti modi di prendersi cura di sé: la cura dell’estetica è solo uno di questi e, probabilmente, ha per le donne intervistate un’importanza relativa. Non a caso alla domanda “cosa ti attrae di più di una persona?“, la risposta prevalente (47 %) indicava componenti caratteriali e comportamentali (come risulta dalla tabella n.13 a pagina 22).

Tabella n.25b

Quanto tempo dedichi giornalmente alla cura personale? All’estetica?

Modalità di risposta Val. ass. %
Fino a mezz’ora 25 36,5
Quanto basta 11 16
Poco 8 11,5
Nessuna risposta 8 11,5
Fino ad un’ora 4 6
Molto 3 4,5
Dipende dalle occasioni 3 4,5
Più di un’ora 3 4,5
Meno che all’igiene 2 3
Niente 1 2
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Tabella n.26

Ritieni di conoscere bene il tuo corpo?

Modalità di risposta Val. ass. %
Si, abbastanza 55 81
No 6 9
Più o meno, benino 3 4
Solo parzialmente 2 3
Non so 1 1,5
Nessuna risposta 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Non ci sono molte considerazioni da fare sulla prima modalità di risposta (il dato si commenta da solo), mentre ci sembra opportuno fare qualche rilievo sulla seconda. Alcune delle risposte più significative sono state: “no, per niente perché sono stata condizionata dai genitori, sin dall’infanzia, a negarlo in quanto disabile“, “no ma vorrei che ciò avvenisse. (Se no perché?) Per una certa forma di pudore, forse esagerato” e “no perché credo che ciò sia difficile“.

Tabella n.27

Ritieni di avere un buon rapporto con il tuo corpo?

Modalità di risposta Val. ass. %
Si, abbastanza, sufficientemente,
discreto, buono 42 61,5
No 14 20,5
Non sempre, qualche volta, a periodi 4 6
Sta migliorando 2 3
Non so 2 3
Nessuna risposta 2 3
Normale 1 1,5
Non troppo 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Riguardo a quel 20.5 % di persone che hanno dichiarato di non aver un buon rapporto con il proprio corpo alcune delle risposte più significative sono state: “no: mi tradisce attraverso la malattia“, “se mi ci soffermo mi intristisco“, “no, perché a volte lo trovo brutto e poco funzionale ed allora mi arrabbio“, “no, non mi piace perché è cambiato troppo” e “no, perché ho un sacco di problemi“. Abbiamo voluto esplicitare i contenuti di alcune delle risposte che consideriamo più problematiche per invogliare a una riflessione su questi aspetti. Infatti il rapporto con il proprio corpo, oltre ad essere fortemente collegato con la disabilità, si ripercuote anche a livello relazionale (di interazione). Ad ogni modo non deve passare inosservato il fatto che una maggioranza consistente (61.5 %) delle persone intervistate ha dichiarato di avere un buon rapporto con il proprio corpo. Questo non significa che ci sono persone brave e altre meno brave: significa solo che gli atteggiamenti si possono scegliere.

Tabella n.28

Fai uso di trucchi o prodotti cosmetici?

Modalità di risposta Val. ass. %
Si 43 63
Poco, saltuariamente, a volte 17 25
No 8 12
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Da questa tabella emerge che solo una esigua percentuale (12 %) delle persone intervistate non fa uso di trucchi o prodotti cosmetici. Consideriamo questo dato indicativo del fatto che una consistente percentuale delle persone intervistate ha premure estetiche riguardo alla propria persona.

Tabella n.29

Quali criteri adotti nello scegliere i vestiti?

Modalità di risposta Val. ass. %
Praticità congiunta a estetica, eleganza 16 23,5
Praticità, comodità e semplicità 13 19
Modelli adatti alla mia persona ma con
un’occhio alla moda 12 17,5
Gusti personali 9 13
Che nascondano i diffetti 4 6
Fattura, colori, stoffa 4 6
Dipende dalle circostanze 3 4,5
Economicità 2 3
Nessun criterio 2 3
E’ un problema 1 1,5
Altro 1 1,5
Nessuna risposta 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Quello di come vestirsi è un tema che ricorre frequentemente nella letteratura sulla disabilità al femminile anche se, a nostro avviso, non è un problema esclusivamente femminile ma riguarda la disabilità in genere. I vestiti possono svolgere diverse funzioni: coprire, riscaldare, valorizzare, attrarre, nascondere, dare un garbo alla propria figura, esprimere una personalità, ecc. Abbiamo pensato che sarebbe stato interessante scoprire quali criteri le persone intervistate adottano nello scegliere i vestiti e sondare, attraverso questi, quali funzioni attribuiscano all’arte del vestirsi. Come si vede nella tabella n.29 (pagina precedente) la distribuzione è molto eterogenea. Tra le motivazioni più ricorrenti primeggia la ricerca del comodo e del pratico che si combini col gusto estetico ma anche la ricerca qualcosa che faccia sentire a proprio agio, talvolta “con un occhio all’attraenza”. Vi indichiamo qualcuna tra le risposte più significative: “quelli che penso mi stiano meglio, per farmi osservare meno“, “scelgo in base alle occasioni: dallo sportivo al sexy“, “praticità, stando seduta non ho velleità“, “faccio molta fatica. Cerco pantaloni elastici e, se uso gonne, scarpe con la caviglia alta. E’ comunque un problema” e “i più lunghi e castigati possibile: per nascondermi meglio“.

Tabella n.30

Fai uso di minigonne?

Modalità di risposta Val. ass. %
No 45 66
Qualche volta 12 17,5
Si 5 7,5
Un tempo si 4 6
Nessuna risposta, altro 2 3
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

La femminilità non si esprime solo attraverso un pezzo di stoffa, ma una minigonna può esserne un canale di espressione. Infatti, al di là del fatto che questo indumento possa piacere o meno, nessuno nega che la minigonna ha, nell’immaginario collettivo, un indiscutibile significato simbolico di appartenenza di genere e, per alcuni, di attraenza.

Vi segnaliamo alcune tra le risposte più significative date da coloro che hanno dichiarato di non far uso di minigonne: “no, perché le mie gambe non sono belle“, “non le ritengo adatte alla mia persona“, “sono difficili da portare e da gestire“, “sono troppo grande non ho l’età“, “potrei cadere gambe all’aria” e “sono in carrozzina!!!“.

Tabella n.31

Quali complimenti preferisci, quelli relativi all’estetica o quelli relativi alle qualità intellettive?

Modalità di risposta Val. ass. %
Entrambe 25 36,5
Quelli relativi alle qual. intellettive 19 28
Entrambe ma più qual. intellettive 15 22
Quelli relativi all’estetica 3 4,5
Dipende dal contesto 2 3
Entrambe ma più sull’estetica 1 1,5
Odio i complimenti 1 1,5
Nessuna risposta, altro 2 3
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Traspare da questa tabella la tendenza a privilegiare le qualità intellettive rispetto a quelle estetiche: è un dato che trova riscontro anche in altri punti del nostro lavoro di analisi (vedi la tabella n.13 a pag.22).

Tabella n.32

Pensi che la disabilità possa incidere in qualche modo sull’idea che gli altri si fanno di te?

Modalità di risposta Val. ass. %
Si, incide 42 61,5
No, non incide 15 22
Dipende dalla persona 6 9
A volte 3 4,5
Non sarò mai in grado di essere
alla pari degli altri 1 1,5
Non so 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Questa domanda ha la funzione di scoprire come, secondo l’opinione delle intervistate, la disabilità viene recepita dalle altre persone. Riguardo alla prima modalità di risposta, si, incide, le intervistate hanno motivato diversamente i modi in cui si concretizza tale incidenza. Tra le risposte più significative vi segnaliamo: 15 persone hanno specificato che la disabilità incide solo ad un primo impatto, mentre passa in secondo piano o scompare con la conoscenza. Tredici persone hanno individuato nei pregiudizi, nell’ignoranza o nella superficialità delle persone le difficoltà di interazione a cui sovente vanno incontro. Tre persone si sentono sempre in dovere di dimostrare qualcosa: “penso sempre che gli altri possano non accorgersi che sono una persona in grado di pensare e di ragionare“, “devi sempre dimostrare qualcosa: sono in grado anche se…” e “devi sempre dimostrare che la disabilità è un’ulteriore bagaglio di conoscenza oltre quelli comuni a tutti“. Due ritengono che le persone tendano ad attribuire ai disabili fisici anche deficit cognitivi: “pensano che il disabile fisico sia anche disabile mentale“.

Tabella n.33

Pensi che la disabilità incida sull’idea che tu hai di te stessa?

Modalità di risposta Val. ass. %
Si, incide 34 50
No, non incide 34 50
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Questa domanda ha diviso in parti uguali il nostro campione. Tra le motivazioni addotte per spiegare i modi in cui la disabilità incide sull’opinione di sé vi segnaliamo alcune risposte emblematiche: “Per una persona disabile dalla nascita c’è sempre un problema: `come sarei stata?’ E’ un problema di stima e di valore“, “devo tenerne conto: è la mia realtà“, “non mi sento uguale agli altri e quindi mi sottovaluto da sola“, “so che l’auto-stima è essenziale; vorrei fare tante cose ma mi vedo impedita e mi deprimo“, “è la mancanza di autonomia ad incidere“, “io sono questa: disabilità compresa“, “mi rende molto insicura: mi arrendo prima di incominciare“, “incide sull’idea che ho di me: mi sento goffa, stanca e impedita oppure sciolta e attiva finché il ciclo ricomincia: agisco emotivamente di concerto“, “la vita è delle persone normali“, “a volte mi capita di pensare a me stessa con un’immagine e di doverla poi adeguare a ciò che la disabilità mi impone in qualche modo“, “mi ha dato una dimensione dell’importanza della vita delle persone tutte che mi sembra di avere un vantaggio su molti altri“.

Ve ne abbiamo proposto diverse in versione integrale perché nessuna sintesi avrebbe saputo dar conto adeguatamente di questi contenuti e ci dispiaceva che venissero persi.

Riguardo invece all’altra modalità di risposta secondo la quale la disabilità non incide sull’idea di sé ci sembrano significative due risposte: “neanche per idea” e “no, assolutamente: io mi voglio bene“.

Tabella n.34

Quale tra le seguenti affermazioni condividi maggiormente:

A – “La ragazza media ha più bellezza che cervello perché sa che gli uomini sono più capaci di guardare che di pensare.” (Dal Ladies Home Journal, 1947)

B -“E’ dovere di ogni donna curare l’estetica: è il più chiaro messaggio della considerazione che ha di sé. (Anonimo)

C – “Soprattutto, ricorda che la cosa più importante che puoi portare ovunque non è la borsetta di Gucci o un tailleur francese: è una mente aperta.” (Gail Rubin Bereny)

Modalità di risposta Val. ass. %
C 60 88
B 5 7,5
A 2 3
Nessuna risposta 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Con l’ultima domanda abbiamo chiesto alla nostre intervistate di scegliere tra tre diverse affermazioni. La prima di esse pensa alla bellezza in funzione di terzi (gli uomini); la seconda considera l’estetica come elemento di autostima mentre la terza gli attribuisce un posto secondario rispetto all’interiorità.

Le percentuali ottenute non necessitano di ulteriori commenti.

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