Dialogo, affettività e sessualità

In questa parte della nostra analisi esamineremo i dati raccolti sui temi centrali della nostra indagine. Riprendendo l’impostazione utilizzata nell’analisi dei dati oggettivi, utilizzeremo delle tabelle di sintesi accompagnate da un commento testuale.

In specifico alle donne disabili abbiamo chiesto: se è vero che si parla poco di disabilità e di handicap. Come e da chi hanno appreso le prime informazioni in materia di sessualità. Con chi parlano comunemente di queste cose. Cosa fanno se provano interesse per una persona. Se condividono l’idea che sia relativamente facile comunicare sentimenti di amicizia e meno quelli d’amore. Cosa le attrae di più in una persona. Se pensano di potersi innamorare di una persona disabile. Cosa può fare una persona disabile per rendersi attraente. Se condividono l’assunto secondo cui una storia sentimentale con una persona disabile non può essere un’avventura. Come pensano che potrebbe o dovrebbe essere affrontata nei contesti intimi la ridotta capacità gestuale indotta dalle patologie neuromuscolari. Cosa pensano della contraccezione. Se conoscono i più comuni metodi contraccettivi. Chi deve prendere le precauzioni in un rapporto sessuale tra una persona disabile e una no, e chi tra due persone disabili. Se affettività e sessualità si possono separare e, infine, l’indicazione di un aggettivo che descriva la loro idea di sessualità (domande n. 8-23).

Tabella n.8

E’ vero che si parla poco di affettività/sessualità ed handicap?

Modalità di risposta Val. ass. %
Si, per ignoranza, pregiudizi, tabù 20 29,5
Si, non si pensa che le persone disabili abbiano esigenze sessuali 15 22
No, non è vero 7 10
Si, la sessualità è un argomento difficile comunque 6 9
Si, ma non so perché 4 5,5
Si, per pudore, vergogna, imbarazzo 3 4,5
Si, perché l’argomento non interessa 3 4,5
Si, sono le pers. disabili a non parlarne 2 3
Nessuna risposta 2 3
Si,per vari motivi 6 9
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Dalla tabella n.8 (pagine precedente) risulta che l’87% delle persone intervistate ritiene che si parli poco di sessualità ed handicap. E’ una percentuale molto elevata. L’ignoranza, i pregiudizi e i tabù sono la prima motivazione addotta (29.5%) per spiegare questo fenomeno; una delle risposte più significative in tal senso è stata: “è un argomento molto delicato, considerato ancora tabù; l’espressione dell’affettività non è ancora accettata serenamente ma come situazione preoccupante, la sessualità poi…“. Altra motivazione ricorrente (22%)è stata quella che attribuisce alla società il difetto di non riconoscere alle persone disabili esigenze di tipo sessuale. Infine, con l’espressione “Si, per motivi vari” abbiamo voluto sintetizzare tutte le risposte affermative che ricorrevano una sola volta nella distribuzione come ad esempio: “si, se ne parla solo fra disabili“, “la società non è ancora pronta“, “si parla poco di handicap“, “si, manca l’educazione familiare“, ecc.. In virtù di questo carattere residuale abbiamo collocato questa modalità di risposta alla fine della nostra distribuzione anche se ha una frequenza numericamente più consistente rispetto ad altre modalità di risposta presenti nella tabella.

Si intuisce una certa difficoltà a parlare dei temi presi in considerazione. Difficoltà che, a livello pratico, non agevolano le donne disabili nell’instaurazione di interazioni di tipo affettivo/sessuale. Certo le generalizzazioni vanno espresse con cautela, ma quell’87% è alquanto significativo.

Tabella n.9

Come e da chi hai appreso le prime informazioni in materia di sessualità?

Modalità di risposta Val. ass. %
Da amicizie 29 42,5
Da genitori, madre, sorelle 11 16
Da amiche e dalla scuola 7 10
Dal proprio ragazzo, marito 5 7,5
Da libri, riviste, televisione 5 7,5
Da sola 5 7,5
Non mi ricordo 2 3
Altro 4 6
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Dalla tabella n.9 risulta che le prime informazioni in materia di sessualità sono state apprese principalmente (42.5%) nei circuiti amicali. Delle 29 persone che hanno indicato questa modalità di risposta 17 indicavano amicizie femminili, 11 amicizie di entrambe i generi e solo una amicizie maschili. Sei di queste persone hanno integrato le informazioni utilizzando libri e riviste. Mentre 2 di esse hanno dichiarato di aver ricevuto le informazioni in modo lacunoso e distorto.

Delle 11 persone che hanno indicato figure parentali 4 hanno menzionato i genitori congiuntamente, 5 hanno indicato la figura materna e 2 la sorella. Anche qui le informazioni familiari sono state spesso integrate con quelle di amici, compagni di scuola, ecc.. Riguardo invece alle persone che hanno appreso della sessualità da sole, una di loro sintetizzava: “dai miei ormoni“. E’ inoltre importante notare che solo 5 delle persone intervistate hanno appreso le informazioni dal proprio ragazzo, compagno, marito.

Infine con la modalità altro abbiamo indicato tutte quelle risposte che comparivano una sola volta nella distribuzione, come, ad esempio, “da chiacchiere” o un richiamo alla legge sulla privacy per eludere la domanda (a tal proposito ci preme sottolineare che i questionari erano tutti rigorosamente anonimi).

Tabella n.10

Con chi parli comunemente di affettività e sessualità?

Modalità di risposta Val. ass. %
Con le amicizie 29 42,5
Con il partner, coniuge 14 20,5
Con nessuno 10 14,5
Con chi capita 4 6
Con i familiari 4 6
Nessuna risposta 3 4,5
Con l’analista, psicologa 2 3
Con altre persone disabili 1 1,5
Ne parlo poco e ci scherzo su 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Ritornano i circuiti amicali in prima posizione (42.5%): in specifico 15 delle unità intervistate hanno indicato amicizie femminili e le restanti 14 amicizie di entrambe i generi. E’ importante notare che 14 delle persone intervistate (20.5%) hanno un dialogo su queste tematiche con il proprio partner: dato che fa pensare a situazioni di interazione completa se diamo per implicito che il rapporto con il partner si articola anche sui livelli affettivo e fisico. Desta invece preoccupazione quel 14,5% che dichiara di non parlare con nessuno: risposta motivata in alcuni casi adducendo a spiegazione l’età avanzata, in altri la mancanza di interlocutori.

Per correttezza di informazione precisiamo che le modalità di risposta indicate nella tabella n.10 sono state formulate considerando i principali interlocutori su questi temi anche quando, in alcune risposte, ne erano indicati più di uno. Inoltre abbiamo incluso nella categoria nessuna risposta un richiamo alla legge sulla privacy. Infine l’ultima modalità di risposta, “ne parlo poco e ci scherzo su“, era completata dalla seguente affermazione: “uso l’ironia per sdrammatizzare una situazione molto sentita“.

Tabella n.11

Se provi interesse per una persona cosa fai?

Modalità di risposta Val. ass. %
Cerco di avvicinarla, cerco il dialogo, curo l’aspetto, mi faccio notare 20 29,5
Mi dichiaro, lo faccio capire 13 19
Non faccio niente, sto zitta 7 10
Valuto la situazione 7 10
Non mi espongo tanto, paura del rifiuto 6 9
Atteggiamenti contrastanti 4 6
La evito, mi faccio da parte,
spero che non se ne accorga 4 6
Nessuna risposta 4 6
Do affetto e amicizia 3 4,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Le risposte a questa domanda sono state molto eterogenee. Alcune delle modalità di risposta indicate meritano ulteriori specificazioni. All’interno della categoria non faccio niente, sto zitta abbiamo incluso anche le seguenti risposte: “lascio che sia quella persona a prendere certe iniziative, personalmente, anche per una questione di educazione e di morale, non sarei capace di prendere iniziative“; “sarei felice se potessi ampliare la conoscenza se non fossi in queste condizioni“; “soffro e basta“. Per quel che concerne la categoria valuto la situazione, è indicativa la seguente risposta: “cerco di capire se è una persona all’altezza di una situazione da handicap“. Significative sono anche le risposte che esprimono in modo esplicito la paura del rifiuto: è questo il motivo per cui le abbiamo distinte in una categoria a se stante. La modalità di risposta denominata atteggiamenti contrastanti sintetizza invece quelle situazioni in cui la persona muta il proprio atteggiamento alternando aperture a chiusure (una risposta indicativa in tal senso è stata: “a volte riesco ad essere sfacciata e a manifestarlo; altre volte mi chiudo a riccio e non faccio niente“). C’è molto da riflettere sulle dichiarazioni di chi manifesta una paura tale da sfuggire a tutte le situazioni potenzialmente rischiose da un punto di vista emotivo (nel nostro campione rappresentano il 6%). E’ superfluo dire che un atteggiamento del genere non facilita, ma anzi ostacola, l’instaurazione di interazioni complete. E’ meno scontato far presente che questi atteggiamenti si possono modificare prendendone coscienza e lavorandoci sopra. Riguardo all’ultima modalità di risposta, do affetto e amicizia, essa è stata indicata da persone avanti con gli anni o già impegnate sentimentalmente.

Infine mettiamo in rilievo che le prime due categorie sommate rappresentano il 48,5 % del nostro campione e esprimono un contenuto di apertura e disponibilità a intraprendere interazioni complete.

Tabella n.12

Si dice che è relativamente facile comunicare sentimenti di amicizia, meno quelli d’amore. Condividi questa idea?

Modalità di risposta Val. ass. %
Condivido, in amore c’è più coinvolgim., maggiore vulnerabilità e paura del rifiuto 34 50
Non la condivido 14 20,5
Condivido, perché l’amore implica la sessualità e richiede maggiore intimità 5 7,5
Condivido, chi ha una disabilità incontra maggiori difficoltà, ha più insicurezze 3 4,5
Non son stata educata ad esprimere l’amore 2 3
Nessuna risposta, altro 10 14,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Il 50 % del nostro campione incontra maggiori difficoltà a comunicare sentimenti d’amore piuttosto che d’amicizia perché l’amore implica un maggiore coinvolgimento, fa sentire più vulnerabili ed espone al rischio di un rifiuto (alcune delle risposte sono state: “l’amicizia è innocua, non si rischia di esser ferite nel profondo“; “l’amore coinvolge di più e ti fa sentire più vulnerabile“). A questa percentuale dobbiamo aggiungere un 7.5 % che imputa la difficoltà di comunicare i sentimenti d’amore al fatto che essi implicano la sessualità e riguardano la sfera intima. Vanno nella stessa direzione le risposte (4.5 %) che imputano le maggiori difficoltà di comunicazione alla presenza della disabilità, alle insicurezze che essa genera e al fatto che alle persone disabili non è riconosciuta una sessualità. Infine dobbiamo sommare un 3 % che tira in ballo fattori di educazione (spiega una delle intervistate: “per me è più facile aprirmi a sentimenti di amicizia perché sono stata educata a reprimere i sentimenti d’amore“).

Sommando tutte queste percentuali viene fuori un significativo 65 % che sperimenta situazioni di difficoltà (anche se diversamente motivate) nel comunicare sentimenti d’amore.

Per quel che concerne coloro che non condividono l’assunto proposto nel quesito, le motivazioni sono state: che esso non è generalizzabile ma che bisogna guardare il carattere delle persone; che è difficile comunicare anche l’amicizia; che si possono comunicare con facilità sia l’amore che l’amicizia. Infine nell’ultima modalità di risposta abbiamo incluso sia le mancate risposte (sono state 2), sia le risposte di dubbia interpretazione. In ragione della sua natura residuale questa modalità di risposta è stata collocata all’ultimo posto della distribuzione.

Tabella n.13

Cosa ti attrae di più in una persona?

Modalità di risposta Val. ass. %
Componenti caratteriali e comportam. 32 47
Aspetto fisico 13 19
Qualità intellettive e caratteriali 8 12
Intelligenza, ironia, senso dell’umorismo 6 9
Un complesso di caratteristiche 5 7
Qualità intellettive e aspetto fisico 3 4,5
Nessuna risposta 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Abbiamo sintetizzato con l’espressione componenti caratteriali e comportamentali le seguenti caratteristiche: disponibilità, simpatia, personalità, umanità, coerenza, autenticità, originalità, modo di fare e sincerità. Dai dati raccolti queste qualità risultano essere la fonte maggiore di attrazione per le persone intervistate (47 %). Riguardo alla seconda modalità della nostra distribuzione, abbiamo incluso in essa tutte le risposte in cui l’aspetto fisico risultava indicato come fonte esclusiva di attrazione (6 casi) o quando, pur combinandosi con qualità intellettive e caratteriali, era indicato come prima caratteristica attraente (7 casi). In particolare le parti del corpo espressamente citate sono state: gli occhi (sguardo) indicati da 8 persone, le mani (5 persone), il fondoschiena (2 persone) e le labbra (1 persona). Infine abbiamo sintetizzato con l’espressione qualità intellettive le seguenti qualità: intelligenza, senso dell’umorismo e ironia.

Tabella n.14

Potresti innamorarti di una persona disabile?

Modalità di risposta Val. ass. %
Si, potrei innamorarmi 47 69
No, non potrei innamorarmi 11 16
Forse si 5 7,5
Non so 2 3
Nessuna risposta 2 3
Altro 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Una percentuale molto elevata di persone (69 %) risponde favorevolmente a questo quesito. Tra esse 35 si limitano a esprimere un assenso; 4 specificano “si, se avesse i requisiti che cerco in una persona“; altre 4, pur dando un assenso di principio, non sottovalutano le difficoltà che una scelta del genere può comportare; infine ancora 4 dichiarano di aver avuto una storia con una persona disabile (una di loro la vive attualmente). Riguardo ai motivi addotti per motivare le risposte negative: 9 persone hanno risposto : “per non unire problemi a problemi“; una persona ha dichiarato di cercare nel compagno “sicurezza e protezione, cose che una persona disabile non mi può dare“; infine un’altra persona sintetizzava: “ci sono problemi psicologici che non rendono una persona disabile attraente“. Nella modalità altro abbiamo incluso una risposta di dubbia interpretazione.

Tabella n.15

Cosa può fare una persona disabile per rendersi attraente?

Modalità di risposta Val. ass. %
Essere se stesso (spontaneità) e prendersi cura di sé 16 23,5
Fare ciò che fanno tutti 12 18
Aver cura del proprio aspetto e rendersi interessante intellettualmente 12 18
Piacersi, accettarsi, volersi bene, non sentirsi disabile, proporsi in modo positivo 11 16
Farsi accettare per le proprie qualità intellettive o comportamentali 10 14,5
Niente, ben poco 3 4,5
Nessuna risposta, altro 4 5,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

La tabella n.15 (pagina precedente) non necessita di particolari commenti. Tra le risposte più significative segnaliamo: “proporsi sempre come persona positiva, capace di fare, non portare in primo piano la propria disabilità“; “curare il proprio aspetto per invogliare gli altri al contatto e soprattutto rendersi interessante come persona“; “quando riesco ad essere felice, anche se sono spettinata sono attraente, o ci provo“; “avere cura di sé della propria immagine e non lasciarsi condizionare dall’handicap. Piacersi per poter piacere“. Tra le risposte più severe spicca quella di chi ha detto: “ben poco. Se la persona è una donna l’handicap annulla la femminilità oppure la nasconde“.

Tabella n.16

Un luogo comune dice che una storia sentimentale con una persona disabile non può essere un’avventura. Condividi questo assunto?

Modalità di risposta Val. ass. %
No, non lo condivido 39 57
Si, lo condivido 18 26,5
Dipende dalle situazioni 6 9
Non so 2 3
Nessuna risposta 2 3
E’ difficile che ciò avvenga 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Tra le motivazioni addotte da coloro che hanno dichiarato di non condividere l’assunto proposto dal quesito (57 %) vi segnaliamo le seguenti risposte: “le piccole cose aiutano a crescere e danno leggerezza alla vita“; “tutto fa bene, se no non cresci“; “qualsiasi storia a priori non si sa quanto possa durare“; “non sono d’accordo, ma molti credono che sia così” (quest’ultima risposta è stata data da 4 persone). Per quel che riguarda le risposte affermative: 12 delle persone intervistate hanno specificato che, a loro avviso, nessuna storia dovrebbe essere un’avventura; 4 hanno motivato la loro risposta sostenendo che le persone disabili sono in genere più vulnerabili e più deboli; una ha affermato che chi fa una scelta del genere lo fa solo se è “vero amore” e un’altra dichiarava la propria indisponibilità a una relazione con una persona “sana” (come se quest’ultima non conoscesse altro che l’avventura). Riguardo alla modalità di risposta “dipende dalle situazioni“, una intervistata si è espressa così: “può essere un’avventura solo se lo è per entrambi“, mentre un’altra sintetizzava: “se è l’uomo ad avere l’handicap, egli può tranquillamente avere avventure e riuscire a viverle. Non solo all’estero, ma anche in Italia. (Invece) la donna disabile è penalizzata“.

Volendo interpretare i dati della tabella precedente possiamo notare una tendenza a non voler caricare di significati eccessivi i rapporti sentimentali. Questo naturalmente non preclude la possibilità che questi evolvano in qualcosa di più duraturo: semplicemente tale eventualità non è fissata come prerequisito per decidere se intraprendere o no una relazione. Ciò denota un atteggiamento spontaneo riguardo all’affettività.

Tabella n.17

Una patologia neuromuscolare comporta una ridotta capacità gestuale; come pensi che potrebbe o dovrebbe essere affrontata in contesti intimi?

Modalità di risposta Val. ass. %
Con dialogo, complicità, confidenza, nell’ambito della coppia, adattandosi,con l’aiuto reciproco 26 38
Non so, nessuna risposta 16 23,5
Con naturalezza, spontaneità, fantasia,con pazienza e sdrammatizzando 8 11,5
Ci pensa chi ha più capacità motoria 4 6
Un modo si trova 4 6
Dipende dalle situazioni, dalle disabilità 3 4,5
Deve essere sostituita con altre cose 1 1,5
Con la fisioterapia 1 1,5
Altro 5 7,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Questa è, nell’ambito del nostro questionario, la domanda più esplicita riguardo alla sessualità. Essa è stata formulata per verificare se la presenza della disabilità (e della ridotta capacità gestuale che ad essa si accompagna nelle malattie neuromuscolari) inducesse ad un ricorso al dialogo su questi temi nell’ambito della coppia. In concreto il ricorso al dialogo è emerso in forma esplicita solo in 14 casi (che noi abbiamo incluso nella prima modalità di risposta); negli altri casi (12) raggruppati all’interno della medesima modalità esso figurava in via induttiva; risposte come: “nell’ambito della coppia” in realtà non esplicitano un dialogo su questi temi, ma lo lasciano intuire. Riguardo invece alla seconda modalità più frequente, ben 10 persone hanno risposto con “non so“, mentre le altre 6 hanno eluso la domanda. Ad ogni modo una percentuale del 23.5 % è un dato significativo su cui vale la pena di riflettere: forse per le intervistate la domanda era troppo personale, tale da suscitare imbarazzo? Forse queste persone hanno difficoltà a figurarsi concretamente la situazione considerata nel quesito?

La modalità di risposta “ci pensa chi ha più capacità motoria” è stata distinta dalle altre perché sottintende un atteggiamento delegante. Una delle risposte specifiche è stata: “confidando sull’intelligenza e la sensibilità del partner normodotato“. Non si può ipotizzare in questi casi una situazione di interazione completa: se anche c’è la sessualità manca il dialogo all’interno della coppia. Riguardo invece alla risposta “deve essere sostituita con altre cose” a titolo esemplificativo erano indicate “parole particolari“. Infine nella modalità “altro” abbiamo incluso le risposte poco attinenti con il quesito.

Tabella n.18

Cosa pensi della contraccezione?

Modalità di risposta Val. ass. %
Sono favorevole, è utile, è necessaria 51 75
Sono contraria 6 9
Nessuna risposta 4 6
Non sempre va bene 2 3
Riguarda la coscienza delle persone 2 3
E’ corretto dare la giusta informazione 1 1,5
Va affrontata nell’ambito della coppia 1 1,5
Le pers. disabili devono stare attente 1 1,5
Totale 68 100,5

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Probabilmente le risposte a questa domanda vanno valutate anche in connessione all’età delle intervistate (vedi tabella n.1 a pag.11). Una delle persone che si è dichiarata contraria spiegava che la contraccezione “è una limitazione nel rapporto di coppia“.

Tabella n.19

Conosci i più comuni metodi contraccettivi?

Modalità di risposta Val. ass. %
Si 60 89
No, non in modo approfondito 6 8
Nessuna risposta 2 3
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

C’è una corrispondenza tra la tabella n.18 e la tabella n.19: nella prima sei persone si dichiaravano contrarie alla contraccezione e nella seconda sempre sei persone hanno dichiarato di non conoscere i più comuni metodi contraccettivi.

Tabella n.20

In un rapporto sessuale tra una persona disabile e una no, chi deve prendere le precauzioni?

Modalità di risposta Val. ass. %
Entrambi, è indifferente, è una libera scelta, la decisione spetta alla copia 45 65
La persona senza disabilità 9 13
La persona disabile 4 6
La donna 2 3
Nessuna risposta 2 3
Dipende dalle situazioni 2 3
L’uomo 1 1,5
Chi ci rimette di più 1 1,5
Si dovrebbero evitare i rapporti 1 1,5
Le prendo io per avere il controllo della situaz. 1 1,5
Totale 68 99

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

La funzione di questa domanda è quella di verificare se, riguardo al tema della contraccezione, le donne intervistate tendano ad attribuire dei ruoli fissi in base al genere o alla disabilità. Ci scusiamo con l’intervistata che ha scritto: “trovo la domanda irritante” per aver suscitato in lei questa reazione, ma non abbiamo saputo trovare un’altra formulazione che rispondesse alle funzioni di cui sopra. Ad ogni modo che le risposte non fossero scontate è dimostrato dall’eterogeneità della distribuzione. Inoltre dall’atteggiamento riservato alla contraccezione si possono ricavare informazioni utili a comprendere le dinamiche del rapporto di coppia in presenza della disabilità.

La scelta riguardo alle precauzioni è attribuita in modo fisso in base alla disabilità in una percentuale del 19 % dei casi e in base al genere in una percentuale del 4.5 %. Sommando queste due percentuali si ottiene un significativo 23.5 %; solitamente quando le persone tendono ad assumere atteggiamenti precodificati in base ad un ruolo difficilmente ne fanno oggetto di confronto e dunque di dialogo. Questo non impedisce i contatti affettivi e sessuali ma potrebbe essere di ostacolo all’instaurazione di interazioni complete (che in base alla nostra definizione comprendono anche lo scambio verbale).

Nella modalità di risposta “dipende dalle situazioni” abbiamo incluso risposte quali: “dipende dalla disabilità” e “dipende dal contraccettivo“.

Tabella n.21

In un rapporto sessuale tra due persone disabili chi deve prendere le precauzioni?

Modalità di risposta Val. ass. %
Entrambi, è indifferente, è una libera scelta,la decisione spetta alla coppia 51 75
Nessuna risposta 8 11,5
Dipende dalla disabilità 4 6
La donna 2 3
L’uomo 1 1,5
La persona meno disabile 1 1,5
Si dovrebbero evitare i rapporti 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Questa tabella è strettamente legata alla precedente (tabella n.20) ma i dati ottenuti non sono sovrapponibili. Rimane inalterata la percentuale delle persone che attribuisce la scelta delle precauzioni in modo fisso in base al genere, ma risulta notevolmente modificata quella che attribuisce un ruolo fisso in base alla disabilità. Nella modalità di risposta “dipende dalla disabilità” particolarmente significativa è stata la risposta di chi distinguendo tra disabilità fisica e psichica attribuiva, nel caso della disabilità psichica, il compito di prendere le precauzioni a soggetti esterni alla coppia (“la famiglia o le istituzioni“).

Tabella n.22

Affettività e sessualità si possono separare?

Modalità di risposta Val. ass. %
Si, perché sono due cose diverse 24 35,5
No, non si possono separare 19 28
Si, ma io non condivido, non lo faccio 14 20,5
Alcuni lo fanno, altri no 5 7
Si, ma non completamente 2 3
Nessuna risposta 2 3
No, se uno dei partners ha una disabilità 1 1,5
La donna non li divide, l’uomo si 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Tra le risposte più significative a questa domanda vi segnaliamo le seguenti: “purtroppo molte volte l’affettività e la sessualità vengono separate perché per una persona `normale’ è più facile avere rapporti basati esclusivamente sull’attrazione fisica, senza essere coinvolta sentimentalmente. (Anche) la persona disabile (a volte), pur di sentirsi desiderata e `normale’, accetta questo compromesso“; a volte è l’unica strada percorribile ma psicologicamente devastante“.

Confrontando i dati della tabella n.22 (pagina precedente) con quelli della tabella n.16 (a pagina 24, relativa alla domanda: “un luogo comune dice che una storia sentimentale con una persona disabile non può essere un’avventura. Condividi questo assunto?“) possiamo notare una congruenza. Le persone che hanno risposto che disabilità e sessualità si possono separare sono 40, coloro che ritengono che anche una storia con una persona disabile possa essere un’avventura sono 39: i risultati sono quasi sovrapponibili.

Tabella n.23

Sapresti indicarmi un aggettivo che descriva la tua idea di sessualità?

Modalità di risposta Val. ass. %
Espressioni positive 40 59
Nessuna risposta 19 28
Espressioni neutre 5 7
Contrastata, sconosciuta, regalata e rara 3 4,5
A volte gratificante, altre frustrante 1 1,5
Totale 68 100

Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.

Abbiamo incluso nella modalità di risposta espressioni positive tutti gli aggettivi e le considerazioni visibilmente positive. A titolo esemplificativo ve ne indichiamo qualcuna: “che bello“; “un dialogo gioioso e sereno attraverso il linguaggio del corpo“; “un’insieme di sentimenti, istinti e attrazione con il fine di appagamento per ognuno“; “piacere, benessere, condivisione“, “è sentire l’essenza dell’altra persona“; “tenerezza e passionalità“; “intimità, complicità”. Abbiamo incluso nella modalità di risposta espressioni neutre le seguenti diciture: “equilibrata“, “uno sguardo, una voce“, “naturale“, “consapevole” e “spontanea“.

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