In quest’ultima parte della nostra analisi esponiamo i dati raccolti ponendo alle nostre intervistate la seguente domanda: “vuoi aggiungere qualche considerazione su questi argomenti?” Pensiamo che questi dati siano di estrema utilità ai fini di una valutazione complessiva perché le informazioni desumibili da essi prescindono dalla traccia individuata dalle domande puntuali e sono espressione spontanea del pensiero delle intervistate.
Tabella n.35
Vuoi aggiungere qualche considerazione su questi argomenti?
Modalità di risposta | Val. ass. | % |
Nessuna aggiunta | 40 | 58,5 |
Osservazioni generiche | 16 | 23,5 |
Apprezzamenti, incoraggiamenti | 7 | 9 |
Critiche | 5 | 9 |
Totale | 68 | 100 |
Fonte: nostra elaborazione su dati raccolti con questionario postale.
Avendo lasciato alle donne intervistate la libertà di scegliere se aggiungere qualcosa o meno, non tutte le persone hanno raccolto l’invito (come emerge dalla tabella n.35).
Riguardo alle osservazioni generiche: esse sono state prese in considerazione ai fini di una corretta interpretazione complessiva dei questionari. Tra le osservazioni propositive figura quella che invita le sezioni a occuparsi maggiormente di questi problemi magari attraverso l’aiuto di figure professionali adeguate (l’intervistata specificava la figura del psicanalista, ma probabilmente sarebbe già un buon inizio pensare alla presenza di uno psicologo). La stessa persona mette inoltre l’accento sul fatto che la formazione e la sensibilizzazione deve estendersi anche alle famiglie delle persone disabili e questo è, a nostro avviso, un punto molto importante e molto delicato. Se infatti in molti casi l’autonomia della persona disabile è affrontata facendo ricorso al sostegno famigliare, allora si può ritenere che se la famiglia non riconosce spazi per l’affettività e la sessualità è abbastanza improbabile che le persone disabili riescano ad avere un atteggiamento sereno riguardo a questi temi. Analoga posizione di incoraggiamento ha assunto l’invito, effettuato da un’altra intervistata, a non fermarci ai questionari a ad intraprendere altre iniziative (incontri) su questi temi.
Riguardo alle critiche che ci sono state mosse scegliamo di rispondere in modo puntuale a ciascuna di esse. Una invitava a mandare questionari analoghi alle persone “normali“; a questa persona rispondiamo che il nostro oggetto di studio è stato individuato proprio per studiare l’intersezione di certi fenomeni con la variabile disabilità e non per fare osservazioni generiche sulle problematiche affettive e sessuali. Un’altra intervistata ha scritto: “non riesco a rispondere alla maggior parte delle domande perché non trovo differenza tra i sentimenti di un `disabile’ e quelli di un `normodotato’. Il gusto estetico è soggettivo e indipendente dall’essere disabile. L’amore e le relazioni amorose sono personali e nascono spontaneamente indipendentemente dall’essere disabile“. E’ vero che i sentimenti affettivi e amorosi nascono indipendentemente dalla disabilità, ma è anche vero che le persone disabili incontrano in genere maggiori difficoltà, rispetto alle altre persone, ad intraprendere delle relazioni affettive. Questo è un dato oggettivo. Ciò non significa che è così per tutti: significa che è così per molti. Il fatto che alcuni riescano ad avere interazioni complete non significa che il problema non esiste. Un’altra critica è stata formulata così: “perché un seminario che discrimina gli uomini disabili?” Non c’è da parte nostra alcun intento discriminatorio nei confronti degli uomini disabili: c’è invece il desiderio di dare continuità ad un lavoro già intrapreso l’anno scorso alle Manifestazioni Nazionali UILDM di Palermo (vedi introduzione a pagina 5). La penultima critica considera che in realtà questi lavori non servono a nulla: è probabile che questi lavori non abbiano una ricaduta pratica di breve termine, su questo possiamo concordare, ma se il parlare non da garanzie circa la soluzione dei problemi, il non parlare ne dà di certe circa lo loro non soluzione. L’ultima critica è di carattere formale: “le domande potevano essere formulate in maniera più semplice per consentire alle persone di capire meglio“. Ci scusiamo sentitamente con questa persona e ci impegniamo a prestare maggiore attenzione a questo aspetto in eventuali lavori futuri.
Per concludere rivolgiamo un doveroso ringraziamento a quanti ci hanno apprezzato e incoraggiato a continuare su questa strada.
Prima di passare alle conclusioni ci teniamo a ringraziare anche le due ragazze che hanno inviato i loro questionari dall’area di Roma e che non figurano nella nostra indagine. Ci preme particolarmente mettere in rilievo che l’unico motivo per cui i loro dati non sono stati utilizzati è da imputare al fatto che essi ci sono pervenuti con oltre due mesi di ritardo oltre il termine ultimo fissato per la raccolta (a lavori di analisi quasi ultimati).